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Ricerca storica

 

La prima importante pausa nella marcia di ritirata fu fatta alla fine del risol, quella strada acciottolata che scende dal Pascolo dei tedeschi: lì i partigiani erano arrivati attraverso i colli di Mozzo e il passo della Madonna del bosco. La sosta durò una mezz’ora.

In primo luogo, Dami ordinò ad Abrano Recchia di prendere una bicicletta e “partire subito ad avvertire gli altri che erano sulla strada tra Clanezzo e Strozza” in attesa del camion, dando loro l’ordine di smobilitare perché qualcosa era andato storto. Passando da Villa d’Almé trovò a casa di Dami la sig.ra Amati ed altri che già sapevano del fallimento dell’azione (testimonianza Recchia). […]

In secondo luogo, “Rino” vedendo sulla strada Curno – Villa d’Almé camion di fascisti (una macchina carica di uomini armati fu incrociata anche da Recchia) propose di nascondere le casse e disperdere la formazione in piccoli gruppi. Leardini gli rispose trattandolo come da pusillanime: “Ma cosa vuoi avere paura di quei cazzoni di tedeschi!” (testimonianza Bonalumi 1984b).

Così la formazione si diresse verso i Colli di Petosino, sul crinale che termina al Santuario di Sombreno, sopra la Madonna della Castagna. Qui fece sosta.[…]

 

Andrea Pioselli, La diserzione I “mongoli” nella Resistenza bergamasca e la strage di Monte di Nese, Il filo di Arianna, Istituto bergamasco per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, 2010, p. 72-73.

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